Signor NO

Davanti ad un caffè in una grande terrazza coperta vista mare in una mattina di pioggia  converso con un caro amico e lettore del blog. Sostiene che io dica ‘no’ troppo spesso, talmente domenica di pioggia signor nospesso che tanto vale leggermi, si sa già che non sarò d’accordo con niente. No alle trivelle, no ai quartieri di espansione urbana, no a nuovi insediamenti sulle coste, no ai condoni: ‘sei un signorNO!’.
Il dolce sapore della pasta viene ucciso da un fiume di caffè. Lavoro, sviluppo, ne abbiamo bisogno, stipendi, sempre le stesse parole, giusti motivi, problemi reali, soluzioni sbagliate. Io dico no, ma non riesco a far capire a chi mi rivolgo, mi torna in mente l’articolo di Chomsky letto poche ore prima, la potenza del denaro, i profitti enormi e gli spiccioli elargiti in cambio della terra e del futuro dei figli. Non riusciamo a valutare quello che cediamo in rapporto a quello che otteniamo in cambio, non riusciamo a vedere strade alternative all’autodistruzione progressiva. Forse queste posizioni sono ancora maggioritarie, ma qualcosa sta cambiando. Come riporta Chomsky mentre USA e Canada distruggono porzioni sempre più vaste del loro territorio per estrarre petrolio, l’Equador cerca l’aiuto dei paesi ricchi per conservare le sue capienti riserve sotto terra. Evviva.
Con l’amaro in bocca gli rispondo: ”…e tu sei un signorSI, lo dici alto, forte e anche se non ti accorgi quando lo dici ti metti sull’attenti”.